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Jacques de Vitry attribuiva al leone « una grande forza nel petto, nelle zampe anteriori e nella coda ». Secondo lui i piccoli « restano nei primi tre giorni di vita in uno stato di totale insensibilità e sono tratti dalla morte dai ruggiti di coloro che li hanno messi al mondo ». E per completare il quadro aggiunge: «II leone dorme a occhi aperti; con la coda cancella le tracce dei suoi passi per non essere scoperto dai cacciatori...».